Jannik Sinner torna al centro della bufera, la sentenza arrivata dall’Inghilterra non lascia spazio all’interpretazione
Come noto Jannik Sinner è fermo ai box, in quanto ha deciso di chiudere definitivamente il “caso clostebol” patteggiando con la Wada una squalifica di tre mesi. Il classe 2001 altoatesino salterà dunque i Masters 1000 di Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid per poi tornare giusto in tempo per gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros. La speranza dei suoi supporters è che possa farlo ancora da numero uno al mondo, ma soprattutto in uno stato di forma che gli consenta di lottare sin da subito per i titoli.

Se l’azzurro saprà rendersi protagonista di una (ri)partenza brillante soltanto il tempo – anzi, il campo – può dirlo. Intanto, però, il nome di Jannik continua ad essere estremamente chiacchierato tra appassionati ed addetti ai lavori. Il motivo è molto semplice: nonostante il caso sia ufficialmente andato in archivio, la positività al doping e la relativa squalifica dell’azzurro sono ancora un argomento caldissimo sul web e sui social, ma anche tra gli esperti del settore.
Sinner e la squalifica, arriva una sentenza da brividi dal Regno Unito
Chiaramente, le opinioni sono numerose. Da una parte c’è chi ritiene che Sinner tornerà più forte di prima, irrobustito come uomo e come sportivo, e la sua carriera proseguirà a gonfie vele. Dall’altra, invece, c’è chi continua a denigrare il tirolese o a disegnare analisi abbastanza funeree circa come ne uscirà la sua immagine da questa tormentata vicenda.
Addirittura, c’è qualcuno convinto che la parola ‘doping’ sarà associata a Jannik per il resto del suo percorso sportivo. Quest’ultimo scenario controverso proviene dal Regno Unito e porta la firma di un personaggio televisivo. Ci riferiamo a Marcus Buckland, noto giornalista e commentatore.

“La cosa più triste per lui è che questa storia sarà associata a lui per il resto della sua carriera, indipendentemente dai suoi risultati in campo. Questo caso si sta concludendo ora, ma il tennis è diventato così tribale e questo problema non lascerà Sinner“, ha affermato il commentatore britannico nel corso di una recente intervista.
“La cosa peggiore, dal punto di vista di Sinner, è l’immagine che dà e la tempistica della sospensione. La maggior parte delle persone confermerà che non stava cercando di imbrogliare, ma il problema più grande per lui è il risultato”, ha aggiunto. Quindi in conclusione, Buckland, è entrato nel merito del concetto appena espresso facendo una sottolineatura abbastanza eloquente: “La questione della facilità è un grosso problema. Il fatto che sia stato sospeso per tre mesi, tra due Grandi Slam, e che sia potuto tornare in patria per Roma, non credo gli abbia fatto bene“.
Inutile dire che il discorso dell’inglese non ha suscitato grande approvazione (puro eufemismo) tra gli appassionati italiani e, in particolare, tra i fan del giovane azzurro. Onestamente? Non è piaciuto nemmeno a noi. E ci auspichiamo che in futuro nessuno giocherà a fare il finto buonista, per poi lasciarsi andare a insinuazioni più o meno velate, col malsano intento, forse, di voler destabilizzare e aizzare polemiche.
Chiudiamo, inoltre, ricordando al buon Buckland che già fare osservazioni di un certo tipo vuol dire, più o meno indirettamente, appiccicare l’etichetta addosso alla persona in questione. Un’altra mazzata per Jannik, che proprio non riesce a trovare pace.